L’importanza dei prodotti delle api è stata scoperta dall’uomo durante la Preistoria: i nostri antenati, infatti, praticavano la “caccia alle api”.

Le prime attività umane inerenti l’apicoltura hanno origini preistoriche: si ipotizza, infatti, che l’uomo abbia iniziato ad utilizzare il miele circa 12.000 anni fa!
In epoca preistorica non si può parlare di apicoltura, bensì di caccia al miele: le api non venivano gestite ma direttamente saccheggiate.
Le informazioni sulle quali ci si basa per cercare di ricostruire l’apicoltura nella Preistoria sono riferite a pitture rupestri, attrezzi primitivi e studi antropologici: questi tre elementi utilizzati in combinazione permettono di formulare ipotesi quanto più realistiche possibili su come veniva portata avanti la caccia al miele prima dell’avvento della scrittura.
La pittura rupestre di epoca neolitica della «cueva de la Araña» (la grotta del ragno) situata presso Valencia, in Spagna, costituisce un’importante testimonianza sul modo in cui l’uomo praticava la raccolta del miele in epoca preistorica. Nella pittura, risalente a circa il 5000 a.C., si vede una persona appesa a delle liane che, circondata da api in volo, infila una mano in un tronco d'albero alla ricerca del favo pieno di miele, mentre con l'altra mano regge il paniere in cui deporrà il raccolto.

Immagine 1 - Raccolta del miele nella pittura rupestre di Valencia (Fonte: Wikipedia).
In Africa è stata scoperta la maggior quantità di pitture rupestri legate alla caccia al miele, realizzate da cacciatori risalenti all’età della pietra: la maggior parte di esse rappresenta i cacciatori intenti ad usare il fumo per ammansire le api, mentre solo in alcuni casi sono stati ritratti nell’atto di raccogliere miele. Spesso in queste pitture vengono rappresentate le scale di corda vegetale utilizzate per raggiungere i nidi.

Immagine 2 - Cacciatore di miele intento ad arrampicarsi. Pittura rupestre presso Eland Cave, Drakensberg Mountains, Natal, Sud Africa (Fonte: The Archaeology of beekeeping – Eva Crane)
Queste pitture rupestri, quindi, confermano la struttura rudimentale degli attrezzi utilizzati in apicoltura nella preistoria ma testimoniano comunque un certo grado di conoscenza e di ingegno.
In questo caso si parla principalmente di torce per la dispersione del fumo (quest’ultimo utilizzato con lo scopo di disorientare e “calmare” le api durante il saccheggio), di corde vegetali per raggiungere i nidi posizionati in quota ed anche di contenitori per immagazzinare il raccolto.
Quanto spiegato nell’articolo costituisce ciò su cui si è fondato il rapporto dell’uomo con le api, che è passato dal saccheggio più o meno brutale (non limitato al solo periodo preistorico) per giungere a vari gradi di mutualismo presenti ai giorni nostri.
Il fatto che fra le varie pitture di caccia l’uomo preistorico abbia scelto di ritrarre proprio alcune scene di caccia al miele suggerisce quanto le api ed i loro prodotti abbiano contribuito in maniera determinante alla sopravvivenza dell’uomo.